I SIGNORI SCOMPOSTI DI FANO

di Giuditta Giardini

Schermata 05-2456784 alle 13.40.05

C’era una volta nella Fano delle carrozze e delle represse pulsioni scientifiche l’Accademia degli Scomposti, nata dalle ceneri della precedente Accademia dei Musici, faceva promesse di un nuovo impegno e maggiore serietà. A volerla così erudita e tutta impregnata di cultura fu il patrizio fanese Gregorio Amiani, nonché suo fondatore e benefattore più grande che oltre a lasciarle in eredità la sua splendida dimora, sita là dove via Arco d’Augusto china il capo ossequiosa a San Domenico, le affidò pure quel tremendo Drago che per secoli aveva vegliato sull’araldo e sull’uscio di Palazzo Amiani.

Impresa degli Scomposti

Impresa degli Scomposti presso la Biblioteca Federiciana di Fano

E fu così che nacque l’impresa degli Scomposti che ha per soggetto un cannocchiale disciolto in più tuboli col motto COMPOSITI AD SEPOSITA che, a detta del Garuffi, vorrebbe questi uomini uniti per la ricerca di nascoste verità lontane e se poi sia anche farcito di criptati significati esoterici/alchemici non ci è dato saperlo, sebbene la presenza del drago-guardiano e del numero sette dei tuboli non pare essere una banale coincidenza. Scorgendolo alla Biblioteca Federiciana, dove è conservato, quell’araldo oscuro ci lascia una strana sensazione di mistero che è facile riscontrare anche all’entrata di Palazzo Amiani (ora Borgogelli-Avveduti). Fu proprio in quell’atrio, ancor oggi generosamente aperto ai curiosi, che si affaccendarono i più svariati personaggi della Fano secentesca: uomini di legge e medicina, oratori e poeti, patrizi e plebei, religiosi e secolari, tutti riuniti per speculare sulle verità eterne e gli arcani segreti, per pascere il proprio ingegno disposto ad impossessarsi della virtù. Gli incontri segreti avvenivano in media due volte al mese, mentre più frequenti erano quelli in occasioni mondane e in contesti cittadini.

Dall’ingegno degli accademici non sembra sia scaturita alcuna scoperta di rilievo né in campo filosofico né in quello scientifico, sempre celati da una circostanziale frivolezza di facciata, produssero per lo più una vasta serie di composizioni subordinate alle direttive del Principe, ossia il capo designato semestralmente per coordinare le raccolte. Contemporanei di una Chiesa che stilò col sangue il lungo index librorum prohibitorum e impauriti dalla possibilità che il tarlo dell’inquisizione si insinuasse nel loro operato, proclamarono un Censore con il compito di revisionare e purgare gli scritti. Continuarono così a trastullarsi su temi oziosi, privi di mordente e di quella fervida sete di conoscenza cara al vecchio Amiani, fino a quando le adunanze secrete finirono per assumere tratti più burocratici e quelle pubbliche divennero l’occasione ideale per esprimersi in quei campi d’interesse che andavano dalle res humanae alla triste morale, bypassando la gaia scienza. Le ultime notizie che ci restano dell’Accademia risalgono al 10 dicembre 1675, poi più nulla; c’è chi suppone che gli adepti si siano crogiolati nei passati allori a tal punto da diventare improduttivi, chi li vuole confluiti nell’Accademia Fanestre e c’è poi chi preferisce pensarli come un fuoco fatuo, una meteora, che dopo aver abbagliato per pochi istanti la città con le armi sfolgoranti della sapienza, si sia eclissata dietro un mondo che di poetico aveva ben poco.

Licenza Creative Commons
I SIGNORI SCOMPOSTI DI FANO diI SIGNORI SCOMPOSTI DI FANO è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Based on a work athttps://iuvenaliafanestriacomitia.wordpress.com/2014/05/06/i-signori-scomposti-di-fano/

Leave a comment